giovedì 20 febbraio 2014

World War T - Capitolo 2

16 Agosto 3200, Roma, piazza Monte Citorio.
Il parlamento è gremito, sono presenti quasi tutti i parlamentari, l'aula è in subbuglio, il presidente del consiglio Gianmaria Pettazzoni prende la parola.
"Oggi a Milano il presidente del movimento Lega Nord Giampaolo Bossi ha fatto un discorso che noi tutti abbiamo ascoltato. Signori, siamo di fronte ad un colpo di stato!"
Il vociare nell'aula sale, il presidente della camera richiama all'ordine.
"Sarebbe, la sua, una minaccia a vuoto se i membri di Lega Nord fossero presenti in quest'aula ed etichettassero i fatti avvenuti come lo sproloquio di un vecchio pazzo, ma purtroppo non è così.
Il nord in queste ore sta chiudendo le autostrade, i fiumi vengono minati, le sponde vengono sorvegliate da uomini armati, i confini vengono murati."
Nuovamente nell'aula si alza il rumore di pugni sbattuti sui tavoli, di grida accusatorie, qualcuno si alza in piedi e lancia per aria fogli di carta.
"Signori!" grida al microfono l'on. Pettazzoni "questo è un'atto di guerra contro lo stato italiano! Questo è un atto di guerra che veniva preparato da tempo in gran segreto! Siamo stati ciechi e sordi a non accorgercene! Questo si poteva evitare!"
Nell'aula si alza un vespaio, grida furiose all'indirizzo del presidente del consiglio arrivano da tutte le parti, attorno a lui i suoi lo difendono gridando a loro volta verso i membri dell'opposizione.
"Ordine in aula! ORDINE!" urla il presidente della camera.
L'aula si quieta, prende la parola quindi il capo dell'opposizione Gervasio Mazzancolle.
"Colleghi onorevoli, la crisi in questi anni ha colpito l'Italia nuovamente dopo la risoluzione del 2038 con l'indipendenza dall'Europa. Chi ha governato questo paese negli ultimi 10 anni, però, ha pensato bene di ritornare ad accordarsi con l'Europa mediante un accordo ridicolo e per noi lesivo facendo crollare il valore della nostra moneta e del nostro pil. Ci avete reso uno dei paesi più poveri al mondo!"
Applausi.
"Diciamola tutta poi: siete stati eletti mediante evidenti brogli, avete mangiato tutti i soldi del paese per i vostri gretti scopi, i vostri membri sono stati visti in compagnia di mafiosi riconosciuti e adesso vi lamentate che qualcuno si sia incazzato?"
Applausi.
"Impossibile poi che qualcuno abbia notato i preparativi di Bossi per la guerra, dice il premier, beh, non mi stupirebbe più di tanto sapere che il suo partito e lei, onorevole Pettazzoni, eravate a conoscenza di tutto e lo avete nascosto al mondo!"
Ancora una volta grida di rabbia si alzano nell'aula, vengono lanciati oggetti, nel casino generale un telefono a muro squilla, una dipendente della camera va a rispondere.
La donna impallidisce, col telefono ancora all'orecchio chiama e fa cenni con la mano ad un suo collega, gli riferisce un messaggio all'orecchio, "vai! corri!" poi gli urla.
L'uomo corre noncurante di cose e persone sul suo cammino, raggiunge il presidente della camera e gli dice qualcosa all'orecchio.
Quindi quest'ultimo accende il suo microfono e urla "SILENZIO! SILENZIO ONOREVOLI! ABBIAMO UN ULTIM'ORA!" quindi si rivolge ai suoi collaboratori "Accendete il videoproiettore, collegatevi ad un qualsiasi canale televisivo, stanno trasmettendo a reti unificate, hanno invaso tutte le frequenze"
Sul muro della camera appare quindi una faccia conosciuta: Giampaolo Bossi.
Nell'aula cala il silenzio.
"...biamo agito, quindi, secondo i nostri scopi e così continueremo ad agire. Per questo ho fatto chiamare poco fa in parlamento, perchè sentissero queste mie parole, prima di lasciare per sempre le loro cariche istituzionali. Ringrazio l'onorevole Pettazzoni e il suo partito tutto per averci aiutato a tenere nascosta l'operazione..."
Pettazzoni impallidisce, si alza in piedi e grida "Signori non crederete mica alle parole di questo folle vero?"
"...però nonostante la loro collaborazione ora non ci servono più e procederemo come prestabilito. Cari cittadini tutti, come ben sapete secondo il nostro modo di vedere le cose i terroni nullafacenti e gli extracomunitari hanno rovinato questo paese, quindi, abbiamo creato il NOSTRO stato in questo giorno glorioso! Abbiamo creato la Padania!"
Pettazzoni di nuovo si rivolge all'aula "Le sentite vero? Sentite le stronzate che dice quest'uomo? Come potete credere ad una sola parola..."
"...coloro non consoni a farvi parte verranno cacciati oltre confine o giustiziati a seconda dei loro crimini, tutti coloro che verranno ritenuti degni, invece, diverranno parte del popolo padano a tutti gli effetti! Mi hanno poco fa avvertito che le forze di polizia, carabinieri ed esercito hanno preso parte alla nostra causa! Roma su di noi, da ora, non ha più nessuna giurisdizione!"
Si alza un brusio nell'aula "Inconcepibile!" grida Pettazzoni.
"Noi dichiariamo oggi la nostra indipendenza, dichiariamo guerra alla Terronia e per dimostrarvi che non scherziamo...tra meno di un minuto camera e senato esploderanno..."
"Figlio di puttana!" grida Pettazzoni "Avevi detto che mi avresti risparmiato!" quindi comincia a correre verso l'uscita.
Il parlamento è nel caos più totale, qualcuno raggiunge le porte di uscita "Sono chiuse! Sono sbarrate da fuori, non si aprono!".
Come topi in trappola i parlamentari cominciano a correre ovunque cercando una via d'uscita, la violenza si spreca, uomini e donne vengono pestati a morte dalla massa in fuga.
"...queste sono le ultime parole che sentirete cari ex colleghi, siete stati marci in vita, lo sarete anche nella morte."
La folla gremita di giornalisti in piazza Monte Citorio fugge disordinatamente.
Quindi, l'esplosione.

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